Inevitabilmente, non so se interpretarlo come un dono o una maledizione, mi trovo spesso a consultare le principali testate giornalistiche e i social media per aggiornarmi sulle notizie del mondo, sia prima di iniziare la mia giornata lavorativa che durante le pause.
Mi chiedo se questa costante esposizione sia benefica o meno. Può essere stressante, innocua, importante o forse qualcosa di completamente diverso?
Gli aspetti più critici che posso identificare sono:
- Salute mentale: l’esposizione continua a notizie angoscianti e preoccupanti può facilmente innescare alti livelli di ansia e stress, avendo in generale un innegabile effetto avverso sulla salute mentale.
- Distrazione dal significativo: concentrandosi eccessivamente sul flusso incessante di notizie, si corre il rischio di trascurare ciò che è realmente sotto il nostro controllo. Le notizie, soprattutto quelle sconvolgenti, possono assorbire tutta la nostra attenzione, distogliendoci dalle attività che potrebbero essere più benefiche per il nostro benessere e sviluppo personale.
- Annegare in un mare di negatività: i media di tutto il mondo hanno capito che le cattive notizie catturano l’attenzione e attirano ascoltatori, quindi possono tendere a sovraesporre tali notizie. Non che il mondo sia privo di brutte notizie, ma il modo in cui queste vengono presentate e ripetute incessantemente può darci una visione distorta e negativa del mondo. Questa percezione può ostacolare la nostra capacità di mantenere un atteggiamento positivo e audace, elementi fondamentali quando si vuole intraprendere un nuovo progetto o fare un passo fuori dalla nostra zona di comfort.
Ci sono però anche aspetti positivi:
- Aumento della consapevolezza: la realtà non cessa di esistere solo perché scegliamo di ignorarla. Essere informati ci dà un quadro più ampio di ciò che sta accadendo nel mondo, consentendoci di trarne conclusioni preziose per il nostro agire quotidiano.
- Sensibilizzazione: avere conoscenza di problemi sociali e globali può spingerci ad agire per fare la differenza, orientando le nostre priorità verso obiettivi che non solo ci gratificano personalmente, ma contribuiscono anche a risolvere alcuni dei problemi mondiali.
- Incremento della partecipazione: essere informati ci offre la possibilità di partecipare a discussioni significative, un’occasione per rafforzare le nostre relazioni sociali.
Quindi, quale strategia dovremmo adottare in questo mare di informazioni? Il mio pensiero si orienta verso l’idea che l’essere informati, pur con tutti i suoi potenziali rischi, sia fondamentale, purché si adottino alcune precauzioni:
- Selezione accurata delle fonti di informazione: non tutte le fonti di notizie sono ugualmente affidabili. E’ fondamentale scegliere con cura da dove otteniamo le nostre informazioni, privilegiando quelle fonti che dimostrano equilibrio, precisione e affidabilità. Dovremmo cercare di evitare fonti che si concentrano eccessivamente su notizie negative o sensazionalistiche e scegliere invece quelle che offrono una visione più bilanciata degli eventi.
- Filtraggio attivo delle notizie: anche con le fonti più affidabili, è importante avere un atteggiamento critico verso le notizie che consumiamo. Questo significa esaminare attentamente ogni notizia, valutare la sua rilevanza e veridicità e scartare le notizie false, inutili o irrilevanti. Dobbiamo sforzarci di non lasciarci travolgere dall’onda delle notizie, ma di essere attivi nella nostra fruizione, separando il grano dal loglio.
- Gestione del tempo dedicato all’informazione: infine, e forse più importante, è vitale gestire attentamente il tempo che dedichiamo alle notizie. L’esposizione continua e senza filtro alle notizie può essere stressante e controproducente. Dovremmo cercare di stabilire dei limiti al nostro consumo di notizie, magari dedicando momenti specifici della giornata a questa attività e cercando di evitare di farlo in modo compulsivo o incessante. Ricordiamo che l’equilibrio è la chiave: essere informati è importante, ma non dovrebbe mai precluderci di dedicare tempo alle altre attività importanti della nostra vita o mettere a repentaglio il nostro benessere mentale.
La questione è complessa e aperta a diverse interpretazioni. Adesso, però, mi piacerebbe sentire il vostro punto di vista.